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Intervista a Helen Soraghan Dwyer

Qual è la situazione della poesia nel Suo Paese?

In Irlanda la poesia sta vivendo uno dei suoi periodi migliori. Se si dice a qualcuno che si  compongono poesie, nessuno rimarrà sorpreso, perché molti lo fanno. Ci sono festival della poesia in tutta la nazione.
- " Poetry Ireland ": la più importante organizzazione che supporta la poesia e i poeti
-"Art Council" che supporta gli editori di poesie
- "Irish Writers' Centre" che tiene seminari di poeti, così come altre organizzazioni in molte altre città e paesi. Esistono molti centri residenziali, come ad esempio il "Tyrone Guthrie Centre " dove scrittori e poeti possono trascorrere del tempo sviluppando le loro capacità. Il Sindacato degli "Scrittori irlandesi" organizza a sua volta eventi poetici e fornisce anche suggerimenti utili per poeti e scrittori riguardo a contratti editoriali ed eventuali dispute che si possono verificare tra gli editori stessi. La cultura irlandese aiuta i poeti e gli altri scrittori contribuendo alle spese dei viaggi qualora partecipassero a festival all'estero.

Pensa che la poesia sia uno strumento per avvicinare culture e religioni diverse?

Attraverso la poesia esprimiamo i nostri pensieri e le nostre sensazioni. È la via più sicura per conoscere noi stessi e per far si che gli altri ci conoscano. Come può conoscerci qualcuno se non sa che cosa pensiamo o quali sensazioni proviamo? Nella poesia si manifesta la nostra onestà. Quindi, chi ci ascolta o legge le nostre poesie, sente che esprimiamo sentimenti veri e pensieri sinceri. Non si può ingannare l'onestà. Ci si può comprendere, conoscere, e capire che non siamo così diversi gli uni dagli altri. Tutti noi infatti nutriamo speranze e sogni, tutti noi soffriamo a causa di alcune perdite e proviamo a reagire, a rialzarci. Ciò accade in ogni cultura, in ciascuna religione del mondo. Quando ci rendiamo conto di quanto condividiamo, possiamo capire che sussistono più somiglianze che differenze; questa consapevolezza può costruire un ponte tra due culture qualsiasi, non importa quante diversità ci possano essere.

Il linguaggio oggi si è impoverito: la poesia può ridare valore alla parola?

Bella domanda..aspettarsi che la poesia renda valore alle parole è davvero chiedere molto..ad ogni modo, penso che senza la poesia il linguaggio sarebbe ulteriormente sottovalutato. Basti pensare ai giovani che oggi crescono in un mondo caratterizzato dal gergo degli sms. Dove scoveremmo frasi belle, parole evocative, espressioni sincere, se non nella poesia?

La poesia nel mondo dei giovani. Quale futuro?

Certo. Ho intervistato molti giovani poeti in occasione del programma "Rhyme and Reason " (Rima e Ragione) sulla frequenza radiofonica  "Doublin South FM". Ebbene, sono affascinati dal loro lavoro e impazienti di condividere i risultati ottenuti con il mondo intero. Ritengo che il futuro della poesia sia al sicuro nelle loro mani.

La poesia sui social network: qualità o spazzatura?

Entrambe, penso. Dal momento che non riesco a trovare nessuna definizione univoca di poesia, penso che qualsiasi raggruppamento di parole possa essere definito "poesia". Aggiungo inoltre che alcune poesie sui social network non sono altro che un raggruppamento di parole. Ma se scriverle ha soddisfatto il poeta e ascoltarle o leggerle soddisfa gli altri..allora che male c'è?
Ci saranno variazioni nella qualità delle poesie, e noi saremo sempre capaci di trovare poesie buone. Allora, lasciamo che tutti apprezzino il proprio gusto in fatto di poesie!

Si dice spesso che gli irlandesi nutrano un profondo senso di malinconia - un luogo comune più o meno condivisibile. Ad ogni modo le Sue poesie trasmettono un impressionante senso di perdita. Pensa che la Sua storia personale abbia in qualche modo influito su questa particolare sensibilità o si è sempre trattato di una prospettiva privilegiata per Lei?

A dire il vero, non sono completamente d'accordo sul fatto che gli irlandesi abbiano un profondo senso di malinconia. Conosco molte persone che hanno scelto di vivere in Irlanda perché ci considerano cordiali, amichevoli e felici. Mi dicono che gli irlandesi sorridono molto di più delle persone dei loro paesi d'origine.
Penso che potremmo esserci guadagnati la fama di essere malinconici, perché esprimiamo la nostra tristezza nelle canzoni e nelle poesie. Ciò non significa, comunque, che siamo più tristi di qualsiasi altra etnia. Credo che le altre etnie vadano avanti come se nulla fosse quando sono colpite da una perdita. Forse perché ritengono che ignorare la sofferenza emotiva sia un segno di forza.
In Irlanda invece probabilmente scriveremmo canzoni o poesie in un momento di sofferenza.
Quando siamo contenti non sentiamo infatti tanto la necessità di comporre. Cogliamo semplicemente l'attimo!

Si, molti miei poemi si ispirano alla perdita. La critica ha accusato le mie poesie di addirittura oltrepassare questo senso di vuoto. Di sicuro hanno aiutato me, la sottoscritta a superare questa sensazione.
Che cosa si può fare nel caso di una perdita? Beh, si può piangere, deprimersi, perdere la speranza, oppure scrivere e superare il dolore. Non è una soluzione immediata. Le poesie non arriveranno finché non si avrà proseguito almeno un po' nel viaggio di rielaborazione del dolore. Le poesie giungeranno solo in un secondo momento e aiuteranno a concludere il viaggio.

Non penso che la mia esperienza personale abbia contribuito a sensibilizzare il senso di perdita.
Penso di aver sempre avuto quel tipo di sensibilità, ma mi comunque ritengo fortunata, perché ho sempre trovato un modo per affrontare la sofferenza, scrivendo poesie, appunto.

 

traduzione in italiano a cura degli studenti dell'ENAIP di Como

La poetessa Helen Soraghan Dwyer
La poetessa Helen Soraghan Dwyer