DALL'ITALIA
Scrive nel dialetto di Sirmione, il suo paese natale. Hanno vinto Premi come il Bagutta e il Viareggio. Per l’editrice Morcelliana nel 2009 è uscito Poesie, che raccoglie tutta la sua precedente opera in versi. Tra le opere successive, nel 2013 L’ös (L’Obliquo).nel 2016 Croce d’amore / Crus d’amur. Passione in versi ispirata dai capolavori del Romanino (Interlinea); nel 2021, Il filo srotolato (Scholé Morcelliana). Ha scritto e rappresentato sue opere per il teatro. Collabora a riviste e quotidiani e cura letture di testi sacri e poesia, con progetti promossi dal Centro Teatrale Bresciano – Teatro Stabile di Brescia e altri enti culturali.
Una poesia di nature morte, o per usare il corrispondente termine inglese, ma semanticamente rovesciato, still life. Dio si nasconde nei dettagli. E Franca Grisoni parte da questi combinandoli e ricombinadoli per trovare la visione migliore. In un itinerario che si svolge attraverso quadri nei quali, a differenza delle nature morte, nelle quali il passare del tempo é evocato in modo simbolico, il vento della caducitá soffia impetuoso ed é chiamato ad un protagonismo che non é mai mistificato. Qualcosa si é rotto, ma tale rottura si puó sanare con l’oro e rende l’oggetto immaginato ancora piú prezioso, perché carico di vissuto. Il dolore non é mai semplicemente subito, ma sublimato in una prospettiva di accrescimento esperienziale. Nella quale si innesta anche il rapporto con l’altro, con l’umano “tu”, che é come risucchiato in questa dimensione di com-passione, nel senso etimologico del termine. La condivisione delle emozioni come struttura portante di un baluardo comune, che diventa opera salvifica, qui e ora, in un concetto piú elevato di amore.
Andrea Tavernati
Franca Grisoni
Scrive nel dialetto di Sirmione, dove è nata nel 1945. Le sue raccolte hanno vinto Premi come il Bagutta, il Viareggio, il Biagio Marin e il Salvo Basso, il Tirinnanzi, il Ponte di Legno Poesia. Ha pubblicato con case editrici come Einaudi, Scheiwiller e L’Obliquo. Per l’editrice Morcelliana nel 2009 è uscito Poesie, che raccoglie tutta la sua precedente opera in versi e nel 2012 Compagn. Nel 2013 L’ös (L’Obliquo). Sono stati rappresentati il dramma sacro in versi Passiù (L’Obliquo, 2008) e la tragedia in versi Medea (Fondazione Etica/L’Obliquo, 2012). Con Interlinea ha pubblicato nel 2016 Croce d’amore / Crus d’amur. Passione in versi ispirata dai capolavori del Romanino; nel 2021 con Scholé Morcelliana, Il filo srotolato. Autismo tra fotografia e poesia, con fotografie di Adriano Treccani e nella Collana Gialla Oro Pordenone Legge- Samuele Editore, Le crepe. Ha pubblicato prose a commento di opere di scrittori e artisti, fra cui Appunti sul far critica di Cesare Garboli, Pananti,1992; Nel tempo di Mattioli, con uno scritto di Cesare Garboli, L’Obliquo,2005. Alzheimer d’amore, Poesie e meditazioni su una malattia, Interlinea, 2017. Collabora a riviste e quotidiani e cura letture di testi sacri e poesia, con progetti promossi dal Centro Teatrale Bresciano – Teatro Stabile di Brescia e altri enti culturali.
Basilio Luoni
Nato a Lèzzeno, sulla sponda orientale del lago di Como, è teatrante, drammaturgo, traduttore ma anche pittore, professore di scuola media e poeta. Dirige dagli anni Sessanta una compagnia teatrale per la quale ha tradotto commedie di Molière, Regnard ma anche di Aristofane, Plutarco, fino a Ĉhechov. In uno dei suoi ultimi lavori, El librȏ di figur, Basilio Luoni si avvale dell’indispensabile dialetto lezzenese che, come sottolinea nella prefazione all’opera Dante Isella, “preservato dal suo isolamento geografico, sorprende gli ascoltatori per la sua arcaicità, espressiva e silenziosa”.
È nato e vive a Piacenza. Ha studiato presso il Collège de France dal 2011 al 2018. È socio e senior developer di un Fondo di investimento nell’arte, che detiene i diritti d’autore di Salvador Dalì. È direttore per le Relazioni Esterne presso il Piccolo Museo della Poesia di Piacenza. Dopo la pubblicazione di opere di narrativa, suoi scritti sono stati premiati al Premio Montano; Premio Milano International; Premio Internazionale Dostoevskij.
Intarsi concettuali si intersecano in una versificazione sinuosa, che distende sull’impalcatura raziocinante un ramificarsi di immagini e simboli, in gran parte elaborati dalla tradizione cristiana. La ricerca del significato sembra per il poeta nascondersi nel significante, che lo proclama e allo stesso tempo lo occulta. Suo compito é sanare la frattura ricomponendo l’unità perduta, forse in un tempo edenico. L’insistenza sul tema della luce, come elemento che rivela e illumina, ma che al tempo stesso sarebbe incompleto senza l’ombra, pone l’uomo al centro di un atto di riconoscimento delle dinamiche naturali come segno ontologico e necessità di testimonianza. Come Sugerio usa la luce per inventare il gotico, il poeta si serve della parola per creare una architettura che lega il reale, il simbolico e il tempo in una dimensione oggettiva sottratta ad una facile moralità. Bene e male, luce ed ombra sono entrambi necessari nell’impianto dell’essere e si “giustificano” a vicenda in una ragione superiore che ci sfugge, ma che è compito di tutti, e soprattutto dell’arte, ostinarsi ad indagare senza faziosità, con l’occhio impavido del logos.
Andrea Tavernati
Edoardo Callegari
Edoardo Callegari è nato e vive a Piacenza. Ha seguito lezioni annuali della cattedra di “Letteratura dell’Europa Neolatina” tenuti presso il Collège de France nel periodo 2011-2018 da Carlo Ossola. Ha collaborato come consigliere economico alla realizzazione delle opere del Maestro Orafo Giulio Manfredi “I Diamanti sono Stelle” e la riedizione della collezione “L’Oro Invisibile” esposte presso il Cenacolo Vinciano in Santa Maria delle Grazie. È socio e senior developer di un Fondo di investimento nell’arte, che detiene i diritti d’autore di Salvador Dalì. È stato invitato a leggere propri testi in occasione del Festival dell’Appennino, tenutosi negli anni 2017 e 2019. È direttore per le Relazioni Esterne presso il Piccolo Museo della Poesia. Dopo la pubblicazione di opere di narrativa, suoi scritti sono stati premiati al Premio Montano; Premio Milano International; Premio Internazionale Dostoevskij; Premio Federiciano. È presente nella Enciclopedia di Poesia Contemporanea Premio Mario Luzi 2021, di prossima uscita editoriale.
Poesia degli affetti, dei ricordi, di amori perduti: una vena di sottile malinconia attraversa le poesie di Sabrina De Canio. Una poesia “al femminile” che sa parlare anche di temi drammatici come il femminicidio con delicatezza e allo stesso tempo con metafore che hanno la capacità di provocare nel lettore immediate emozioni.
Laura Garavaglia
Sabrina De Canio
(Piacenza, Italia) è poetessa, traduttrice, condirettrice generale del Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo di Piacenza e direttrice dell’area internazionale del museo; è inoltre tra i membri fondatori di LABiennale Poesia e oltre. Nel settembre 2019 ha vinto il primo premio assoluto al Festival Internazionale di Poesia La piuma di Zivodrag Zivkovic, a Zenica, in Bosnia Erzegovina e, in quello stesso contesto, è risultata la migliore poetessa italiana del 2019. Le sue poesie, presenti in diverse antologie, sono state tradotte in svariate lingue e sono state pubblicate su antologie e riviste letterarie internazionali. Nel 2020 è stata pubblicata Libera nos a malo, silloge poetica in edizione bilingue (italiano e bosniaco); nel 2021 è stata invitata allo Spring Princeton Poetry Festival (USA) e ha ottenuto una menzione speciale al Premio Camaiore. Nel gennaio 2022 è stata premiata al Chinese Spring Poetry Festival. Insegna Lingua e Letteratura Italiana in un liceo piacentino.
DALLA SVIZZERA
Leta Semadeni è una poetessa svizzera che vive a Lavin, nel Cantone dei Grigioni, e scrive poesie prevalentemente in romancio e in tedesco. La sua è una poesia che getta le radici nel profondo, nella natura e nella memoria personale legata a un luogo particolare e fortemente individuato. Tuttavia nei suoi versi non si troverà nulla di chiuso e di localistico. Al contrario, col suo andamento un poco favoloso e sempre capace di incanto e stupore, con le sue parole semplici, essenziali, basiche, la poesia di Leta Semadeni possiede un respiro ampio, che fa riferimento al destino della persona umana in quanto tale. Di questo senso della molteplicità e dell'universale diritto alla vita fa fede lo stesso rapporto che questa poetessa intrattiene con la lingua, o meglio le lingue, in un cantiere poetico che affianca liberamente il romancio, come lingua della memoria e dell'infanzia (un dialetto la cui esistenza la poetessa intende difendere), con una delle grandi lingue della letteratura europea qual è il tedesco.
Roberto Galaverni
Leta Semadeni
è una poetessa e scrittrice svizzera che scrive e pubblica in Vallader, un dialetto romancio, e in tedesco, è considerata una delle rappresentanti più importanti della poesia romancia e dell'arte narrativa attuale. La particolarità del suo lavoro è il continuo bilinguismo, in cui ogni lingua giunge alla pari. Come insegnante specializzata in materie filologiche, ha insegnato per sette anni alla Scuola ebraica di Zurigo e poi per 22 anni al Lyceum Alpinum Zuoz. Alla Radio e televisione romancia ha lavorato parallelamente all'insegnamento nello spettacolo Il balcun tort. Nel 2005, ha lasciato il suo lavoro come insegnante poiché si dedica interamente alla scrittura.
È nata a Genova e vive a Ginevra, dove si occupa di poesia e fotografia. Ha all’attivo tre raccolte poetiche: Acqua acqua fuoco (Einaudi, 2020), La parte dell’annegato (Nottetempo, 2016) e Attorno a ciò che non è stato (Edizioni del Leone, 2010). La sua voce fortemente caratteristica fra quelle dei poeti nati negli anni ‘80 ha ottenuto numerosi consensi a livello nazionale e internazionale. Le sue poesie sono state tradotte in più di quindici lingue e sono apparse su numerose riviste, tra cui Nuova corrente, Italian Poetry Review, Poesia Crocetti Editore, Loch Raven Review, InVerseed. E’ stata ospite di festival internazionali. e ha vinto numerosi premi tra cui: Lerici Pea giovani (1996) e il Premio internazionale di poesia Piero Alinari (2011). È tra i fondatori dell’agenzia letteraria transnazionale Linguafranca e fa parte del comitato direttivo della Società Dante Alighieri di Ginevra .
La poesia di Laura Accerboni assomiglia a una serie di istantanee scattate da un punto di vista che rimette in discussione la lettura della realtà e il rapporto tra il “fotografo” e il suo soggetto. Questo spesso è traguardato attraverso la luce d'un lampo che lo coglie nel suo lato peggiore, o più ambiguo. Poesia epigrammatica, lancinante, breve e frammentata in versi minuscoli, che definiscono la cornice visiva di una immagine senza morale. Che sembra sempre parte di qualcosa di più ampio, qualcosa che ci è stato sottratto e che non è nemmeno un frutto consapevole della selezione del poeta. Il poeta vede quello che può e ce lo sottopone ponendosi lei stessa dal lato del dubbio: “Se qualcosa non è a posto di fronte a me, mi metto a posto io”, dice Laura del suo lavoro sulle parole, citando Diane Arbus. Nonostante tutto l’occhio del poeta ha però il dovere di registrare, documentare e comunicare il lato perverso, talvolta grottesco e talvolta ferocemente pietoso dell’essere umano. Un compito, questo sì, altamente morale, che nessuno ha commissionato. Uno sporco lavoro che, tuttavia, qualcuno deve pur fare.
Andrea Tavernati
Laura Accerboni
Si occupa di poesia e fotografia. Ha pubblicato le raccolte poetiche Acqua acqua fuoco (Einaudi, 2020), La parte dell’annegato (Nottetempo, 2016) e Attorno a ciò che non è stato (Edizioni del Leone, 2010). Sue poesie sono state tradotte in più di quindici lingue ed è stata ospite di festival internazionali. Fa parte del progetto promosso dall’Unione Europea, Versopolis. Sue poesie sono apparse su riviste italiane e internazionali come Nuova corrente, Italian Poetry Review, Gradiva, Poesia Crocetti Editore, Loch Raven Review, InVerse, Kluger Hans. Ha vinto numerosi premi tra cui: Lerici Pea giovani (1996), Premio internazionale di poesia Piero Alinari (2011), Premio Achille Marazza Opera Prima (2012). È tra i fondatori dell’agenzia letteraria transnazionale Linguafranca e fa parte del comitato direttivo della Società Dante Alighieri di Ginevra per cui cura le attività culturali.
DALLA SPAGNA
Rafael Soler è poeta e narratore. Ha lavorato per più di trent’anni all’università politecnica di Madrid. Ha sei libri di poesia pubblicati e sei di narrativa, partecipa a Festival e seminari di poesia in Europa, America Latina e Asia. Recentemente è stata tradotta e pubblicata un’antologia delle sue poesie da IQdB editore.
La sua poesia è tradotta in varie lingue e dal 2015 è vice presidente della associacion collegial des escritores de Spagna. La poesia di Rafael Soler ha un andamento narrativo e prosastico che dà respiro al verso. Il poeta sostiene che rimangono poche cose da raccontare, l’importante è come le si racconta e lì appare la voce dell’autore distinta e unica. Costante è il suo impegno nella scrittura, impegno animato dal desiderio esplicito di innovare, per la sua voce poetica riconoscibile e distinta, per lo spirito critico e l’ironia ma anche la tenerezza con cui affronta nelle sue poesie la complessità del vivere quotidiano. Il suo mondo poetico interiore è così forte che la sua stessa voce abbraccia l’essere e l’esistere della vita, di una vita, forse dell’intera esistenza regalando ai lettori attraverso i suoi versi profondi ed illuminanti stati di lucida coscienza, proprio quando magari il velo di Maya cala sugli occhi degli uomini. I suoi versi aprono una dimensione alternativa per contemplare il mondo, gli esseri che lo abitano, la sua stessa vita, manifestando un'affascinante intimità con la morte, superando i limiti imposti . Uno sguardo intelligente, singolare, misterioso, che viene dal profondo, a tratti quasi visionario, che solo attraverso l’amore per l’amore e per la vita può autodeterminarsi e legittimarsi.
Laura Garavaglia
Rafael Soler
(Valencia, Spagna, 1947) è un poeta, rinomato e premiato narratore, professore universitario e vicepresidente dell'Associazione degli scrittori spagnoli ACE dal maggio 2015. Ha pubblicato sei libri di poesia: "Los sitios interiores" (1980, secondo classificato al Premio Juan Ramón Jiménez), "Maneras de volver" (2009), "Las cartas que debía" (2011), "Ácido almíbar" (2014, Premio de la Crítica Literaria Valenciana), "No eres nadie hasta que te disparan" (2016) e "Las razones del hombre delgado" (2021), oltre alle antologie "La vida en un puño" (2012) e "Leer después de quemar" (2018). È anche autore di sei romanzi e due libri di racconti. È stato invitato a leggere le sue poesie in più di quindici paesi e i suoi libri sono stati pubblicati in Ungheria, Giappone, Italia, Stati Uniti, Ecuador, Paraguay, Bolivia, Honduras e Perù.
DALLA ROMANIA
Nato in Romania, è poeta, scrittore, critico letterario e traduttore. Autore di una cinquantina di libri. È presidente dell'Accademia Internazionale di Letteratura Mihai Eminescu, ente preposto a inviare candidature al Nobel per la Poesia. e dirige l'omonimo Festival. I suoi sono versi sulla precarietà, sull'inevitabile desiderio di salvezza, impossibile da raggiungere e si concentrano sulla sfera interiore dell'essere e sul suo rapporto con l'Altro, che ci definisce. È impegnato attivamente nella promozione e diffusione della poesia a livello internazionale.
Laura Garavaglia
Ion Deaconescu
Nato in Romania, è poeta, scrittore, critico letterario e traduttore. Autore di una cinquantina di libri ha ottenuto riconoscimenti internazionali. È stato docente alla Facoltà di Scienze Sociali di Craiova, ed è presidente dell'Accademia Internazionale di Letteratura Mihai Eminescu, preposta a segnalare poeti candidati al Nobel. Dirige l'omonimo Festival. Si interroga e riflette sul senso della vita e degli umani sentimenti; i suoi sono versi sulla precarietà, sull l'inevitabile desiderio di salvezza, impossibile da raggiungere e si concentrano sulla sfera interiore dell'essere e sul suo rapporto con il prossimo, l'Altro, che ci definisce. Tra i libri di poesia tradotti in italiano, La cenere nel cuore (I Quaderni del Bardo, 2019).
DALLA COREA DEL SUD
Nella poesia di Kooseul Kim, che è professoressa emerita di Lingua Letteratura inglese all’Università di Hyupsung, si avvertono influenze della poesia occidentale, spesso dichiarate, come nei versi di From Laforgue, dove cita appunto oltre al poeta francese, Baudelaire, Dante, Eliot per sottolineare come la poesia rinnovi in ogni poeta il tentativo di svelare l’inesprimibile. L’autrice riesce ad armonizzare nei propri versi le voci e gli echi di grandi poeti appartenenti alla cultura occidentale con le tradizioni della cultura orientale. Un esempio è la fedeltà della Kim alla trazione della poesia coreana dei secoli passati: la Natura è uno dei temi che ricorre continuamente nei suoi versi. Fiori, alberi, uccelli, pesci, vento, nuvole, pioggia, sole, cieli al tramonto…una Natura che nelle sue manifestazioni si fa metafora dell’esistenza.
Molte sono le poesie dedicate a ricordi dell’infanzia e della giovinezza, a persone care che non ci sono più, alla memoria, che le parole della poesia riporta alla luce. Viali perduti: “molte storie si nascondono nei viali”, storie che narrano la propria vita e quella degli altri. E i viali perduti “dell’amore e del dolore” sono metafora delle difficoltà che la poetessa ha attraversato nel cammino dall’infanzia, alla giovinezza, alla maturità.
Lo sguardo attento di Kooseul Kim si posa anche sugli emarginati, gli indifesi, che tuttavia non si abbandonano alla rinuncia.
Laura Garavaglia
Kim Kooseul
Nata a Jinhae, Corea del Sud, poetessa, già docente di letteratura inglese all'Università di Hyupsung, è figlia del poeta buddista Kim Dal Jin al quale è dedicato un museo nella città natale di Changwon. Sposata con Choi Dongho ha una rubrica, "Kim Kooseul Column", sul Kyunggi Newspaper e collabora con la English Translation of Korean Poetry sul trimestrale Suwon Literature. È presidente del premio letterario internazionale Changwon KC. Ama Dante e la letteratura italiana ed è divulgatrice della cultura coreana. Ha vinto premi anche internazionali. Come poetessa e studiosa di letteratura inglese, ha prodotto un notevole corpus di opere letterarie tra cui T.S. Eliot’s Poetry e Completed Poetry of W.B. Yeats. Le sue poesie sono state tradotte anche inglese, giapponese, rumeno e in italiano da Laura Garavaglia e Annarita Tavani.
Le poesie di Dongho Choi legano tradizione e modernità nella potenza e intensità dei versi: da un lato si percepisce la volontà di restare fedeli ai principi del Buddismo Zen, dall’altro quella di “adattare”, in un certo senso, questi principi a quelli di un Paese moderno, una delle quattro “Tigri d’Oriente”, dove i ritmi di vita sono frenetici. L’originalità della poesia di Dongho Choi sta appunto nel continuo fluire tra passato e presente offrendo a noi lettori, attraverso paesaggi interiori, immagini di una realtà trasfigurata dalla potenza della parola poetica.
Laura Garavaglia
Choi Dong-Ho
Nato a Suwon, Corea del Sud, poeta e critico letterario, è marito della poetessa Kooseul Kim. I suoi versi portano i lettori nel mondo del buddismo Zen: raccontano la Corea di ieri e di oggi. È membro della National Academy of Arts, Repubblica di Corea. È professore emerito al Kyungnam University di Corea e alla Korea University. Ha ricevuto premi e riconoscimenti a livello internazionale. Tra suoi libri di poesie, Trees Wet with Rain 1992, Korean Buddhist Poems 2005, МОРЕ В БУТЬⅠΛКЕ 2018; saggi di teoria della poesia: The History of the Spirit in Modern Poetry (2005), Digital Culture and Ecological Poetics 2002, Poetic Incantation of Mud Paradise (2006) Chung Ji Yong’s Poetry and Archeology of Criticis (2013).
DALL'UCRAINA
Poesia allusiva, visionaria, dove nulla è come sembra, dove ogni verso rimanda a qualcos’altro: oltre agli elementi naturalistici, anche i luoghi cari al poeta sono avvolti da un’aura onirica e mitica, dove si avvertono molteplici memorie e suggestioni culturali (tra le altre il simbolismo di varie tradizioni spirituali, ad esempio teosofica, cristiana, rosacrociana, della classicità greca e romana). In questi versi si cela qualcosa di iniziatico ed estatico, un percorso in cui parole e immagini si fondono in un unico corpo che ha valore mistico e ieratico. La poesia è radicata nella tradizione popolare ma la reinterpreta in chiave metamodernista con il superamento dell’Io per diventare il Sé, con l’armonizzazione della Materia da parte dello Spirito che feconda e genera un potente mondo immaginario, che stimola l’immaginazione del lettore. Dmytro Chystiak ha vissuto l’esperienza tragica della guerra e questo ha influenzato il suo modo di scrivere, che sembra adesso dare maggior spazio alla storia e alle tradizioni del popolo ucraino, al desiderio di affermazione della propria identità e aspirazione alla libertà.
Dmytro Tchystiak
È un poeta ucraino e francofono, scrittore di racconti, critico letterario e traduttore (anche dall'italiano), critico d'arte e giornalista. Autore di 75 libri, è anche Doctor Habilitatis, professore all'Università Nazionale Taras Shevchenko Kyiv e al centro europeo di traduzione letteraria di Bruxelles, direttore delle collezioni letterarie "Sammit-Knyga" in Ucraina e di "European Letters" ed editore de "L'Harmattan" di Parigi, nonché responsabile internazionale di lettere all'Accademia Europea di Scienze, Arti e Lettere (AESAL, Parigi). Vincitore di diversi premi internazionali, membro di diverse istituzioni scientifiche e letterarie internazionali, è Commendatore dell’Ordine delle Arti in Ucraina e Cavaliere dell’Ordine delle Palme accademiche in Francia.