La poesia di Rubén Darío Lotero ha la crudeltà e l'asciuttezza delle cose vere, delle cose che si toccano. Poesia ruvida come la terra, come il paese con i suoi vicoli lucenti, le sue stanze, i suoi televisori e le sue povere cose di ogni giorno. Ambiente rurale o periferico dove le finestre vedono e le biciclette sono legate con catene che sembrano lì da sempre nelle le strade, nei campi e addosso gli uomini che li lavorano. La vita e la morte, come a dire la speranza e la cronaca, sono espresse in versi che delimitano l'azione in tutta la sua gioia o crudeltà: Lentamente/tra le giunture dell'asfalto/ scorre il sangue/(due poliziotti stendono un nastro/Per impedire il passo)/ . E sembra di vederla questa scena perché la parola è solida e i commenti del lustrascarpe cascano come sassi sul selciato. La poesia di Lotero sembra emergere come prova di vita che annuncia ad ogni verso la vita stessa fatta di destini e stupori. Una poesia che non si rassegna ma mostra e indaga lo stupore di un'esistenza che potrebbe anche essere migliore.
commento critico di Wolfango Testoni