VINCITORI E FINALISTI
DEL PREMIO EUROPA IN VERSI 2024
COMUNICATO UFFICIALE ESITI DELLA NONA EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA EUROPA IN VERSI E IN PROSA
La giuria ha esaminato le moltissime opere pervenute ed è giunta alla definizione della selezione dei finalisti e vincitori assoluti per le sezioni POESIA EDITA, POESIA INEDITA, POESIA INEDITA IN DIALETTO, POESIA INEDITA GIOVANI, NARRATIVA EDITA, NARRATIVA INEDITA, NARRATIVA INEDITA GIOVANI.
Tra le opere pervenute per la sezione POESIA EDITA, ha deciso di proclamare
VINCITORI A PARI MERITO
Stefano Boldorini, Il migliore dei mondi, Pequod
Alessandro Catà, Alla fine del giorno, Moretti & Vitali
FINALISTI A PARI MERITO
Danila Di Croce, Ciò che vedo è la luce, Pequod
Paolo Pistoletti, Al di qua di noi, Arcipelago Itaca
La giuria ha inoltre deciso di segnalare le opere dei seguenti autori:
Carlo Boassa, Dalla buca-Speranze Suggerite, AnimaMundi
Giovanni Bracco, Madrigali, La Vita Felice Editore
Giuliano Cappuzzo, Poesie, Edizioni ETS
Maria Pina Ciancio, D’argilla e neve, Ladolfi Editore
Marianna Deganutti, La mia lingua nelle tue parole, Mladika di Trieste
Silvia Elena Di Donato, Paradigmi della complessità, DiFelice Edizioni
Donato Di Poce, Sulle tracce della poesia, IQdB
Raffaele Floris, La macchina del tempo, Puntoacapo
Gisella Genna, Rarefazione, peQuod
Andrea Lanfranchi, Trilogia dell’acqua, peQuod
Giorgia Mastropasqua, Al mondo vuoto, Controluna
Marco Mittica, Le leggi dei padri, RP libri
Piero Nissim, Sonetti ebraici, Salomone Belforte
Antonella Palermo, Il giunco e la statua, Vydia Editore
Carlo Rettore, La tea coverta. La terra coperta, Puntoacapo
Rosa Maria Salvia, “Ora che sei ombra, Arcipelago Itaca
Patrizia Santi, Quarta Emanazione, Le Voci della Luna/qudu libri
Anna Settevendemmie, Spazialità -Scavi dell’avvocato spaziale, peQuod
Tra le opere pervenute per la sezione POESIA INEDITA, la giuria ha deciso di proclamare
VINCITORE ASSOLUTO
Alfredo Rienzi, Ci troveremo un’altra volta ancora, Ho attraversato la sua forma, Ha chiesto lembi di luna la cura
FINALISTI A PARI MERITO
Elisabetta Liberatore, In questo tempo bucato, Padre e deserto, Le nostre voci
Giancarlo Stoccoro, Corpo in ombra, silloge
La giuria ha inoltre deciso di segnalare le opere dei seguenti autori:
Simone Beghi, L’opinione degli oggetti
Giancarlo Busso, Campagne
Letizia Di Cagno, Deve sembrare un’esigenza, Volevo uscire prima che il tempo spaccasse, Come una fragile porcellana
Domenico Fadda, Biblioteca dell’incongruo
Francesca Maria Federici, Diventare grandi
Sergio Gallo, Alamogordo
Yael Merlini, La scrittura che sa di animale
Monica Mutti, Dopo la prima morte, Nondimeno, La luna gibbosa
Massimo Parolini, Natura morta in verde
Sara Sensi, “I Paradisi immutabili, Magnolia, Risuona la campana
Tra le opere pervenute per la sezione POESIA INEDITA IN DIALETTO la giuria ha deciso di proclamare
VINCITORE ASSOLUTO
Marino Beltrame, U pestu e l’infinìu (Il pesto e l’infinito), silloge
FINALISTI A PARI MERITO
Guido De Paolis, Mani viola, L’urdema fenestra
Mario Mottolese, Vierne, Aprile, Suse alli vosche
Tra le opere pervenute per la sezione POESIA INEDITA GIOVANI la giuria ha deciso di proclamare
VINCITORE ASSOLUTO
Kamil Sanders, Annuario, silloge
FINALISTI A PARI MERITO
Jacopo Pattarello, Prima forma, silloge
Antonio Vendramini, Vagilli, silloge
Tra le opere pervenute per la sezione NARRATIVA EDITA, la giuria ha deciso di proclamare
VINCITORE ASSOLUTO
Scialpi Fabio, Nome e cognome, Robin Edizioni
FINALISTI A PARI MERITO
Di Noia Giovanni, Appuntamento con la verità, Armando Curcio Editore
Todini Raffaele, L’aspro sapore dei limoni, Albatros Il Filo
Tra le opere pervenute per la sezione NARRATIVA INEDITA, la giuria ha deciso di proclamare
VINCITRICE ASSOLUTA
Emilia Montevecchi, Eva
FINALISTI A PARI MERITO
Sabrina Guerrieri, Alice e le altre
Luigi Benso Pierdomenico, La solitudine di Eleonora
La giuria ha inoltre deciso di segnalare le opere dei seguenti autori:
Carlo Bosso, La bestia dentro
Fabio Cavanna, In Cygni alias
Roberto D'Ettorre Piazzoli, Ruit Hora
Cristina Elena Kontoglou, Impuri riflessi
Giorgio Ronco, La solitudine di Ernesto e altri racconti
Sergio Sinesi, Vendo casa
Tra le opere pervenute per la sezione NARRATIVA INEDITA GIOVANI, la giuria ha deciso di proclamare
VINCITRICE ASSOLUTA
Valentina Colombo, Uno schizzo nelle tenebre
FINALISTA
Sara Bragantini, Fiammiferi
MOTIVAZIONI DELLA GIURIA
Stefano Boldorini - Il Migliore dei Mondi
Vincitori a pari merito sezione poesia edita
Il Migliore dei Mondi di Stefano Boldorini è un poema epico-drammatico che si è fatto molto apprezzare sia per l'originalità della concezione generale, sia per la qualità dell'esecuzione espressiva. In una tradizione come quella italiana prevalentemente improntata a una poesia di carattere lirico, non capita spesso d'imbattersi in opere poetiche che attingano con coerenza e compiutezza alle risorse della narrativa e dell'arte drammatica, com'è invece il caso del poema di Boldorini. Attraverso un ampio spettro di personaggi sempre messi a fuoco con indubbia capacità di penetrazione psicologica, e insieme attraverso un linguaggio poetico ricco di termini provenienti volta a volta dall'ambito politico, burocratico, economico o della teoria sociale, il poeta ha saputo dare vita a una grande rappresentazione corale. Ecco allora che, tra distopia e utopia, il lettore potrà trovare in questi versi una riflessione importante sui meccanismi occulti del potere, sull'assuefazione sociale, sulla passività indotta, sul benessere e sulla rovina, e ancora, soprattutto, sulla vigilanza e sulla responsabilità che sempre si richiedono alle nostre coscienze di persone e di cittadini.
Alessandro Catá - Alla fine del giorno
Vincitori a pari merito sezione poesia edita
Questo è il libro più elegiaco di Alessandro Catà, attraversato da una malinconia asciutta, lontana da ogni effetto sentimentale, spesso percorsa da ricordi d’infanzia e nutrita dalla memoria come luogo di conoscenza: il suono della campanella alla fine del primo giorno di scuola diventa il confine tra l’estate e l’autunno, in una profonda sinestesia tra l’udito, la percezione del tempo e il trascorrere delle stagioni:
L’avvicinarsi dell’estate
all’autunno indicava
il futuro nuovo.
Il suono chiaro della
campanella del primo
casto giorno di scuola.
Danila di Croce - Ciò che vedo è luce
Finalista a pari merito sezione poesia edita
Danila Di Croce ci accompagna nel suo dialogo con l’assoluto, nel suo apparire e nel suo dissolversi improvviso, nei ritmi chiaroscurali della sua inquieta presenza. Ed è proprio l’inquietudine a fare da protagonista di quest’opera, la ricerca ansiosa di qualcosa che colmi la nostra mancanza e illumini i nostri vuoti, ben sapendo che la luce è stupenda ma anche temibile come un abisso.
Paolo Pistoletti - Al di qua di noi
Al di qua di noi di Paolo Pistoletti è una raccolta di versi che colpisce sia per la necessità, che è vera e concreta, a tutti gli effetti reale, dell'interrogazione poetica, sia per la qualità della realizzazione espressiva. Il discorso poetico di Pistoletti procede infatti in modo straordinariamente garbato e discreto, come sottotono o sottotraccia, quando pure mette in gioco le questioni fondamentali dell'esistenza del poeta e nostra, si tratti delle osservazioni riportate da qualche viaggio, o più spesso di constatazioni che riguardano la vita familiare e quotidiana, o ancora il paesaggio e i luoghi a cui presta una singolare attenzione. Tutto proteso a dar conto della propria esperienza e dunque a una risultante conoscitiva nell'attrito, che poi è anche una possibile armonia, tra la parola poetica e la vita, il verso sempre discreto e sensibilissimo di Pistoletti porta con sé qualcosa della spiritualità umbra, cioè di quella tradizione che da san Francesco arriva fino a lui. Solo un esempio, allora: «Questo inverno che ci abita. / Questa strana pace da lanterna. / Noi dalla luce accesa ombre dalla parete buia. / Noi protesi in quanto adombrati da materia diversa / eppure dissuasi perché fuori fa freddo».
Alfredo Rienzi - Ci troveremo un’altra volta ancora, Ho attraversato la sua forma, Ha chiesto lembi di luna la cura
Vincitore assoluto sezione poesia edita
La silloge di Alfredo Renzi si distingue per le sue caratteristiche di coerenza formale, per l’essenzialità dei nuclei tematici e per la concisione del dettato poetico. Se è veroche in poesia un attrattore ricorrente è il porsi dell’uomo di fronte allo scorrere del tempo, nei versi di Renzi il tema si colloca in maniera decisa seppure approcciato colpudore di riferimenti tangenziali.
Emergono gli aspetti più misteriosi e paradossali di questo inarrestabile fluire: il tempo costituisce la nostra ancora ma anche il nostro mare inesplorato, ci elargiscedoni, ma alla capacità di donare si contrappone l’ambivalenza delle sue promesse: tutto potrebbe ritornare circolarmente, ma l’aggregazione dei nostri atomi non potrà ricomporsi in maniera identica come in questa vita. La nostalgia e la speranza si sovrappongono: “il primo bacio e l’ultimo sono lo stesso bacio”. La consapevolezza inquietante di questo trascorrere è il nucleo riflessivo ed emozionale delle nostre azioni ma anche del nostro arrenderci nei momenti in cui rivolgiamo lo sguardo alla terra e al cielo.
L’interrogarsi sul destino umano si propone come insieme di visioni che si alternano e si incrociano e complessivamente si delinea, nel procedere dei versi, una immagine composita delle nostre fluttuanti focalizzazioni: i dettagli fisici dell’ambiente che ci circonda, i ricordi di momenti precisi dotati di particolare potenza emozionale, la rassegnazione alla routine quotidiana e infine l’incertezza sempre incombente su ciò che ci riserverà la vita e sul nostro significato cosmico.
La scelta stilistica di Rienzi è in accordo con questo sintonizzarsi su temi alti: l’andamento espressivo è rigoroso pur mantenendosi sciolto; vanta una chiarezza esemplare priva di metafore azzardate e capace di armonizzare i vari motivi ispiratori in una tela di geometria efficace, con argomentazioni meditative che si complementano con naturalezza e con ammirevole equilibrio.
Elisabetta Liberatore - In questo tempo bucato, Padre e deserto, Le nostre voci
Finalista parimerito sezione poesia edita
L’assenza di ciò che è stato diventa, nelle poesie di Elisabetta Liberatore, essenza del presente, un “tempo bucato”, come recita il primo verso di una di queste intense poesie, dove chi ha perso la memoria vive in un deserto di ombre. L’assenza è la compagna silenziosa di chi vaga in questo deserto. La ricerca della propria origine, del proprio vissuto che nell’assenza di voce pare limitarsi alla ritualità di gesti, può forse trovare pace nella narrazione di un’illusoria idea di paradiso. Il tema dell’assenza si lega a quello dell’inesorabile scorrere delle cose nel tempo, dei ricordi d’infanzia come il “bianco del latte prima del sonno”. La figura materna e in particolare quella del padre, così indissolubilmente legate all’esistenza di ognuno di noi, possono però rivivere nelle luce delle parole della poesia. Lo sguardo della poeta si allarga poi alla più ampia riflessione sul dolore umano, che solo in una dimensione corale, nel rapporto con gli altri può trovare consolazione, nella condivisione di sentimenti ed esperienze che appartengono alla vita di ognuno di noi.
Giancarlo Stoccoro - Corpo in ombra (silloge)
Finalista parimerito sezione poesia edita
La silloge di Giancarlo Stoccoro si presenta come un insieme ampio e articolato cheparte, con intuizione felice, dal tema centrale della luce e poi segue suggestioni di varia natura: innanzitutto gli accostamenti e contrasti tra luce e ombra, e poi ilricorrente riferimento al processo della visione nelle sue diverse accezioni. La luce costituisce quindi la radice di una architettura che non è presentata in maniera esplicita e schematica, ma va maturando e definendosi col trascorrere delle pagine.Un quadro generale finemente composto, costituito da strofe all’incirca di pari lunghezza, in teoria indipendenti, ma dotate di collegamenti, richiami incrociati, dialettica di dubbi e inciampi di contrapposizione.
Le luci e le ombre, sedimentate nella più remota esperienza del bambino, sonorivisitati nella memoria dell’adulto, acquistando un particolare sapore di dolcezza e di rimpianto. E d’altra parte esse si riproducono dentro di noi, a livello più profondo,quando cerchiamo di capire chi veramente siamo, se le nostre scelte di vita sono statedavvero in accordo con i principi etici che avevamo maturato nel processo di diventare adulti, e se quelle scelte si pongono come direzione auspicabile per il nostro futuro.
Il risultato è una costruzione dotata di fluidità e di compattezza, pur nella indipendenza delle strofe. Un panorama ricco e vario in cui il pensiero si muove indue dimensioni: la descrizione di luoghi e oggetti reali e, d’altra parte, in interrogativiesistenziali a tratti prossimi a caverne oniriche. L’occhio protagonista e strumento di questa esplorazione si muove lungo differenti assi cartesiani per creare lo spazio e a volte per esserne fagocitato. Il tono linguistico di questo lungo itinerario è pacato anche quando tocca i temi più inquietanti, anche quando affronta il tema fondamentale della distanza e della forma della morte.
Qui tocchiamo uno dei punti focali dell’intero discorso poetico di Stoccoro: cercare la morte, scovarla, cercarne la posizione nel cielo e negli abissi terrestri così come in quelli psichici. Il processo si svolge individuando indizi, andando a perlustrare il “sillabario dei sogni”, riassorbe con focalizzazione più intima i messaggi che la memoria ci rimanda, trasferendo nei versi potenti scorci che si sbriciolano ma poi si vanno ricomponendo nel passaggio da strofa in strofa, con l’anelito continuo a comprendere la nostra vera essenza. Ma è anche uno sguardo che cerca indizi sul futuro, ne teme le ombre, e ne addolcisce a volte le viste, pur ricadendo in domande colme di dubbio e in inquietudini.
Ed è ancora lo sguardo che con spostamenti vertiginosi modella le parole care: è allo stesso tempo ciò che le fa germogliare da un foglio bianco e poi le nutre. E, fuor di metafora, compie anche la scelta di mantenere una simmetria grafica.
In alcuni scorci della raccolta domina il freddo, il progressivo riconoscimento delle mancanze, l’abbraccio tanto atteso che ci sembra durare poco perché le distanze sono grandi e perché grande è il divario fra il nostro bisogno, le nostre aspettative ed il continuo mutare del mondo che si trasforma di continuo pur nell’apparente rimanere uguale a se stesso.
Kamil Sanders – Annuario (silloge)
Vincitore assoluto sezione poesia inedita giovani
Il tratto caratterizzante di questa raccolta - la narrazione – la rende gravida di sobbalzi, come l’intrinseca necessità dell’incedere di ogni verso. Ogni poesia è eco, racconto, intriso di lampi, che emergono da un inconscio vasto. La singola parola assume valenza multipla, è insieme onda e mare, è sfaccettata. Ogni passo rievoca la dimensione del mutevole, il movimento del narrare, il suo scostamento e il suo proprio modo di abitare le cose. Stagioni diverse si avvicendano, antiche e nuove, parlano del sé e di tutti i suoi odori, degli strascichi degli incontri, del vivere e della sua potenza. L’annuario è il crescere di certi bassi, che sondano sé stessi e le altezze che possono raggiungere, è il loro lievitare, del loro svilupparsi. L’annuario, quindi, risulta essere anche ciò che non è, ciò che è sempre a-venire, futuribile scelta che si diparte da ogni passato. Passato che, in sé, reca il suo inizio, sempre vivo, sempre possibile. L’atemporale temporalità di ogni componimento, la variazione sul tema, rendono il tutto, la narrazione del tutto, racconto concreto e continua evocazione. Ovvero, risposta ad una chiamata, cadenzata, materica, ma sempre lì, ad accadere. Nel concreto del suo astrarsi. In questo avviene la poesia, e il farsi poetico di ogni poesia. Qui stanno le ragioni del suo prevalere: nella diversità, l’identità, nel divenire, l’essere essenzialmente coerente a sé. Nella dimensione propria di questo modo di poetare sta quindi tutto ciò che in questo atto, per suo tramite, vive.
Jacopo Pattarello – Prima forma
Finalista a pari merito sezione poesia inedita giovani
Esiste una dimensione dell’altrove che viene continuamente frequentata, che emerge, che sta a termine e ad inizio di paragone di ogni passo di questa silloge. Nonostante questo, ogni verso vive della sua propria vita e di quello che lo segue, ogni strofa è immagine di istanze vive, concrete, espressivamente dense. La scelta verbale va di pari passo con le scelte sintattiche. Proprio la sintassi chiave e via maestra per la comprensione di ogni passaggio, quasi più espressiva delle parole stesse. L’altrove apre quindi a strade convolute, come convoluta è la sintassi fra gli istanti che questo altrove manifesta. L’Altro diviene lo Stesso, parla da vicino a chi legge, sussurra verità non equivocabili, crea la prima forma di ogni rifrazione del reale che, uscendo dal bianco del foglio, si rende presente. Echi antichi suggellano dialoghi fra identità delle cose e passare del loro tempo, cose che diventano credenze, spazi di conservazione di complessità - e, al contempo, del semplice loro vagare e incontrarsi. La persona è cosa viva, il dialogo è costante, il respiro fermo, sereno, abitabile, come se si trovasse nella sua prima forma. Lo spettro del reale appare ingrandito, teso verso il suo - non evitabile - infinito estendersi. Questa silloge rende dunque giustizia alla poesia, crea il reale.
Antonio Vendramini – Vagilli (silloge)
Finalista a pari merito sezione poesia inedita giovani
Quello che colpisce di questa raccolta, fin da subito, è la chiarezza delle intenzioni che muovono il suo autore. Questo è del tutto evidente nella scelta verbale, nell’andamento ritmicamente cadenzato e simmetrico di ogni verso. Il rispetto che l’autore porge al poetare sta anche nella sua volontà di farlo rientrare in schemi precisi, in processi fluidi, che rendono la scrittura - e la lettura, di conseguenza - un piacere vicino a chi incontra questi componimenti. Concetti, avviluppamenti dei sensi, situazioni umane, le più disparate, tramite una scelta verbale oculata e un incedere coerente vengono descritti con giocosa maestria. Il linguaggio, qui, gioca un ruolo di costante importanza e grande impatto: ogni poesia risulta essere una piccola sorpresa, stuzzica, conduce ad un piano e amichevole rapporto con la situazione descritta. Il quotidiano vagillare e il suo procedere evocano emotività di ogni colore e forma. Qui sta la forza di questa silloge: dire il quasi-non-dicibile, la passione che, lentamente, fa scorrere la vita.
Marino Beltrame - U pestu e l’infinìu (Il pesto e l’infinito)
Vincitore assoluto sezione poesia inedita in dialetto
Le tre poesie presentate dal poeta Marino Beltrame rivelano una notevole possanza nell'utilizzo del dialetto come strumento espressivo in grado di trovare nuove soluzioni magare lontane anche dai canoni letterari tradizionali. "Il mio dialetto" è una dichiarazione d'amore appassionata verso la propria lingua madre, viva e pulsante, legata alla terra, al mare e alle generazioni passate. "Mia madre" è una poesia toccante che celebra il legame profondo tra madre e figlio. La madre è una figura protettiva e accudente, che accoglie il figlio nella "favola della vita". Il linguaggio è piano e diretto, ma incredibilmente carico di emozione. "La mia terra" è invece un ritratto poetico della terra natale del poeta. La terra è descritta come un luogo aspro e selvaggio, dove il mare si infrange contro le rocce e le onde "saltano per andare a spogliarsi". Ma è anche un luogo di bellezza e speranza, dove "nascono i giorni da un sole bagnato" e "aprono speranze le persiane". Le poesie di xxx Beltrame dimostrano un grande talento poetico e una profonda padronanza di grammatiche poetiche della tradizione popolare, rendendo la sua opera originale, commovente e ricca di valore letterario.
Mario Mottolese - Vierne, Aprile, Suse alli vosche
Finalista parimerito sezione poesia inedita in dialetto
Le poesie presentate dal poeta Mario Mottolese, dimostrano una notevole abilità nel cogliere l'essenza della vita rurale, tratteggiando immagini vivide e suggestive con un linguaggio dialettale ricco e sapiente, e con l’uso di un linguaggio efficace nonché l’utilizzo di metafore evocative. L'autore dimostra una padronanza espressiva notevole, utilizzando un linguaggio dialettale ricco e raffinato, riuscendo dunque a rendere la sua voce riconoscibile per originalità
Guido De Paolis, Mani Viola, L’urderma fenestra
Finalista a pari merito sezione narrativa inedita
Commovente e nostalgica, la poesia di Guido De Paolis esprime un ritratto vivido e toccante della vita agreste e del legame profondo tra madre e figlio. L'uso sapiente del dialetto dona autenticità e immediatezza alle immagini, trasportando il lettore in un'epoca passata dai contorni decisi. Nella prima poesia, "Mani viola", l'autore cattura con maestria la fatica fisica e il sacrificio della madre. sottolineando la durezza del lavoro manuale che rende dura anche la vita. La seconda poesia, "Giù, nel borgo antico del mio paese", amplia, addolcendola, la prospettiva, offrendo al lettore con i suoi versi la bellezza semplice della vita quotidiana, e la nostalgia per un passato sognato, desiderato.
Emilia Montevecchi - Eva
Vincitrice assoluta sezione narrativa inedita
Eva è davanti a una svolta decisiva della sua vita, quando il passato le restituisce una madre e un padre che credeva perduti. Frantumi di esistenze si ricompongono in ricordi, tragedie e rancori, che una rara maturità di stile fissa in una fine e serrata analisi psicologica.
Sabrina Guerrieri - Alice e le altre
Finalista a pari merito sezione narrativa inedita
Un gruppo di ragazze al passaggio dall'infanzia all'adolescenza nel mondo sospeso di una colonia estiva. Una di loro, la più fragile e crudele, nasconde un segreto che cattura l'affetto dell'educatrice. Sua la scrittura tersa e pulita del diario di una scoperta, di sé e della propria vocazione.
Luigi Benso Pierdomenico - La solitudine di Eleonora
Finalista a pari merito sezione narrativa inedita
La scrittura è un copione teatrale che mette in scena un carosello di incontri, equivoci, ossessioni e tradimenti, a ricordarci quanto l'amore conti nella nostra vita, e quanto il caso la tenga in pugno.
Fabio Scialpi - Nome e cognome
Vincitore assoluto sezione narrativa edita
Le vite brevi e ordinarie di un universo affollato di passioni, manie, speranze e sconfitte. Una prosa originale e di curatissimo understatement, collocata in sottile equilibrio la voce di un dizionario biografico e la cifra penetrante e spietata del paradosso.
Giovanni Di Noia - Appuntamento con la verità
Finalista a pari merito sezione narrativa edita
Una narrazione serrata e incalzante ci riporta agli anni del terrorismo, vissuti dall'interno. Un gruppo di giovani sceglie come bersaglio un professore carismatico e dal passato torbido, per scoprire presto che le cose non sono mai semplici come possono apparire.
Raffaele Todini - L'aspro sapore dei limoni
Finalista a pari merito sezione narrativa edita
I limoni della poesia di Montale filtrano un bagliore di luce nella grama esistenza di un ex pugile, padre separato, che spera in un nuovo amore e in una nuova vita. Dialoghi serrati, profili incisivi e l'atmosfera, sospesa e inquietante, della primavera del '78, tra il rapimento di Moro e il sogno effimero di un mondo diverso.
Valentina Colombo - Uno schizzo nelle tenebre
Vincitrice assoluta narrativa inedita giovani
Ciò che compone le storie è il respiro che esse emettono, e, assieme, l’armonizzarsi di questo afflato con il nostro. Il moto dell’anima che questo racconto è in grado di suscitare è presente, vivo, lungo tutto l’arco della narrazione. È il respiro di Roberto, è il vedere con i suoi occhi, il pensare con il suo cuore, nei suoi desideri e nelle sue incertezze; mette il lettore nella condizione privilegiata di desiderare con lui, di sentire i suoi passi, di andare oltre alla semplice descrizione degli eventi. Le tracce lasciate lungo la strada dall’autore portano alla piena comprensione della storia di Roberto. Certo, arricchire di materia il racconto, rendere più densi certi passaggi, avrebbe agevolato e forse anche fluidificato il suo scorrere, ma il percorso ben promette: colori e sentori emergono, e, alla fine, più di tutto, emerge luce.
Sara Bragatini - Fiammiferi
Finalista sezione narrativa inedita giovani
L’avvilupparsi della narrazione sul tema, onnipresente e onnicomprensivo, è ciò che coinvolge il lettore e ciò che, assieme, lo estranea. La molteplicità di pensieri e di azioni che un essere umano si ritrova a compiere nel momento in cui è afflitto da una patologia di questo genere - potente è la descrizione, nello stesso momento eziologica e teleologica - viene fatta emergere in tutta la sua ampiezza e profondità, e questo va a scapito della fluidità dell’incedere del romanzo, pur consentendo - grande merito, questo - a chi non conosce di poter avere uno sguardo sulla sua drammaticità. La storia di Sissi è un cammino che si sviluppa tutto al suo interno: il mondo al di fuori di lei è offuscato, lontano, rallentato, i personaggi risultano essere solo accessori. Quello che cambia il tutto è evidente ma allo stesso tempo impercettibile, silente: la pace nella redenzione, seguita dalla potenza del finale, riescono a penetrare il lettore, a renderlo più vivo partecipe di tutto il trascorso, nonostante tutto il trascorso. Obiettivo raggiunto, quindi, ma non completamente soddisfatto.