Giuseppe Bova - Italia
Nel 2020 Giuseppe Bova pubblicò presso Rubbettino Editore l'edizione completa della sua opera poetica, dal 1966 fino allo stesso 2020, con il titolo di Orizzonti. Un lavoro quindi di oltre mezzo secolo, che vive in parallelo e coerenza accanto a quello di operatore culturale e promotore di poesia. Impegno è la parola guida dell'esistenza e della scrittura di Giuseppe Bova: i due versanti si rispecchiano l'uno nell'altro e il suo fare poetico affronta direttamente i temi chiave della vita dell'io, dalla libertà all'esistenza di Dio, ma senza sottrarsi a quelli più etici e contingenti, come quello dei migranti.
Come dice il titolo stesso della sua raccolta più ampia, la poesia è per lui l'ossigeno che consente all'uomo uno sguardo più profondo sulla realtà, una continua interrogazione che non ottiene risposte ma ci unisce tutti, solidali nelle stesse domande.
Da qui l'etica si fa epica esistenziale e forse quello che più sorprende nella sua poesia è la forza di condensare in testi brevi ma densi di immagini personali un afflato universalistico, un desiderio cocciuto di resistenza al dilagare del male.
È LO SGUARDO LEONARDO,
è lo sguardo che squarcia le tele,
che affila con gli occhi i suoi pennelli,
che rompe l’arco del tempo
e piomba come un’aquila
sul cuore.
È lo sguardo che si beve i confini,
che spalanca le visioni,
le mute parole,
le acque dell’anima
e lancia la sua sfida ai paradisi.
Vaga l’uragano della notte
che gira con la macina le ore.
Il sonno dipinge
con la sua mano invisibile,
dilata vecchie trafitture
e le albe riemergono dal fondo
con la volta di un cielo che si allarga.
Appare l’immensità della domanda:
dove, dove si nasconde Dio?
Reggio Calabria 23 marzo 2021
AL CALAR DELLA NOTTE
prendo le distanze dal mio corpo
per appendere l’anima al mio cielo.
Amo la vita nuova
che più non mi appartiene.
Guardo la rincorsa
di un vecchio turbamento
che cerca di appigliare l’altra sponda
e dove vai? – domando –
non vedi come il fiume
è più profondo?
Non capisci che rischi di annegare?
Ma l’ebbrezza non molla mai la presa
quando il sub è sul fondo del mare.
Il paesaggio espande le luci,
riflette, s’illumina, ci astrae
e la cellula si sdoppia,
il verso nasce vivo all’improvviso.
In un attimo rinnova l’universo.
Reggio Calabria 14 aprile 2021
(Parola)
NON HA IMPORTANZA L’ORA.
Se vuoi parlare
prendi ancora il mare.
Vai!
Migrante come sei,
ferita, violentata,
imprigionata,
che vuoi che sia
un nuovo corso d’acqua,
la tempesta.
C’è sempre un avamposto
sconosciuto
che illumina la notte,
che rischiara.
E il tuo vestito nuovo
m’innamora.
Reggio Calabria 14 aprile 2021