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EIV 2023 | Poesie di Carlos Velasquez Torres

Carlos Velasquez Torres - Colombia

La poesia di Carlos Velasquez Torres mette a nudo problemi della nostra contemporaneità: la difficoltà di integrazione e la sensazione di sradicamento vissute dai migranti, in particolare di coloro che dai Paesi dell’America Latina migrano negli Stati Uniti, la situazione drammatica vissuta dai campesinos in Colombia, come recitano alcuni intensi versi della poesia AUC, gli sconvolgimenti provocati dalle epidemie, dalla guerra. La consapevolezza che la morte non è esorcizzabile, come pare che sia nel nostro tempo, è uno dei temi che percorrono le poesie di Carlos Velasquez Torres. Il poeta sembra essere un guerriero che lotta, ma alla fine depone le armi perché sente di essersi smarrito e il destino della sconfitta sembra essere inesorabile. L’onestà intellettuale del poeta consiste nell’essere consapevole che la poesia stessa è qualcosa di indefinibile e continuamente mutevole, come noi stessi cambiamo nel tempo. E questo concetto è espresso nei due versi finali della bellissima poesia “A volte sono stato un poeta” dove la locuzione temporale “A volte” mette in evidenza tutta la difficoltà del mestiere di scrivere. Ecco i due versi: “Com’ è difficile essere poeta/in questo corpo lontano da me stesso e dalla parola”.

È SCIOCCO RITORNARE
A Carlos E. Aguasco

Le ceneri della tua stirpe

sono state spazzate via da una tempesta

immensa come la morte

e il dolore ti accompagnerà

oltre la tua memoria

Cosa di te

è rimasto in attesa

Non ci sarà un giudizio eterno

che restituirà le fondamenta

che il tepore della tua saga

ha seminato un giorno

Ora è tutto finito

e se si ritorna

non sarà al cortile dei giochi

né alla casa

che aveva conservato gli aromi

della tua infanzia.

 

È sciocco ritornare

quando la via è stata cancellata

e la sera ha il comando

radicata all'orizzonte

e non  sarà più

 

Lascia che il battito del cuore

cerchi l'eco

in lontananza

perché non c'è un posto che ti aspetta

e il ritmo del mondo

impazzisce

con il rumore delle assenze

che i morti

ululano nella notte

 

Non tornerai

neppure

ripeterai il viaggio

che ha dovuto cancellare le tracce

senza dire addio

Il bivio

si è piantato alle tue spalle

quando il sangue

ha aperto la ferita

del tuo cammino

È sciocco

fingere di tornare

quando il desiderio

ha combattuto con la nostalgia

Abbandona la via

e non fermarti

che noi molti stolti

dobbiamo ancora vederti

in lontananza


AUC

Il sangue sarà più fertile

dell'erba nel deserto

disseminato di rovine e tombe

I crocifissi

sono pascolo del bestiame

impazzito per il dolore

che è uscito come un urlo

da gole squarciate

dal lurido ferro degli sgherri.

Quale sarà la peste

che ci libererà

dalla tortura

della bestemmia

della menzogna che urla

che promette certezze

così assurde

come il clamore dei traditori

sulla tomba dei caduti

anche quando

la vergogna

fugge terrorizzata tra i campi

Mille sconvolgimenti

gioiscono

ma le uscite di emergenza

sono state chiuse

per prevenire una fuga precipitosa

 

Ci saranno altre oscenità

che assistere impavidi all’azione

del sanguinario pagliaccio

che ci ha terrorizzato durante l'infanzia?

L’aspetto grottesco della morte

si posa cinico

alla nostra destra

e la sua risata

gela il sangue del più temerario

 

O cuore

Come posso evitare

l'agonia di giacere in modo ridicolo

nella fiera assordante

della mia viltà

e le parole

come ruote impazzite

disturbare anche

l’insolenza

Devo abbandonare la mia voce

o ciò che resta della mia vita

e lasciare che si scomponga ancora di più

lo stupore

in frammenti...

L'orizzonte

lo sguardo

e io in mezzo all'inferno.


A VOLTE SONO STATO UN POETA

A volte sono stato un poeta

Tante altre, e forse anche di più,

solo un altro energumeno solitario e afflitto dall'emicrania

uno sguardo triste che si perde nel bel mezzo di un caffè

dove le ragazze ridono e trascorrono la domenica pomeriggio

Nei giorni poetici, la malinconia

incollata alle parole era un balsamo che

ispirò fantasia e versi;

la musica intrise il tempo

come una litania di sussurri che ritornano.

Gli altri giorni, i più

c’era solo rumore

dissonanze che si confondevano

tra la più acida invidia

e l'amarezza dell'infelicità.

Com’ è difficile essere poeta

in questo corpo lontano da me stesso e dalla parola.

Traduzioni dallo spagnolo di Laura Garavaglia