Qual è la situazione della poesia nel Suo Paese?
Vivo a Stoccolma (in Svezia) ma sono norvegese e pubblico la mia poesia in Norvegia. Quindi sono strettamente legata a due scene letterarie, e a queste si potrebbe aggiungere anche quella danese. Per quanto riguarda la poesia i tre paesi scandinavi sono tutti connessi dalla lingua: siamo in grado di leggerci l'un l'altro, e lo facciamo, quindi ci sono molte diverse influenze e varie forme di espressione. In Svezia e in Danimarca le cosiddette pratiche concettuali hanno avuto una posizione prominente fin dagli anni Sessanta, ma con la generazione più giovane queste hanno raggiunto anche la Norvegia, quindi ora abbiamo una grande varietà di poetiche che coesistono fianco a fianco. C'è una flora piuttosto ricca di festival e riviste letterarie, per quanto i giornali sembrino dedicare sempre meno spazio alla poesia.
Pensa che la poesia sia uno strumento per avvicinare culture e religioni diverse?
Devi essere libero per creare, e penso che questa libertà si possa sentire anche quando si recepisce una poesia. Sta tutto nel sentire e questo significa essere aperti, aperti a qualcosa fuori di sé. Quando si sostiene una causa, per esempio quando scrivi un articolo sul giornale, non importa quanto buoni siano i tuoi argomenti, spesso tendi a convincere solo quelli che sono già d'accordo con te. Il testo discorsivo si rivolge ai nostri centri intellettuali, e lì abbiamo un sacco di strategie di difesa. La poesia ha un'altra possibilità, poiché a differenza di religione ed ideologia la poesia non ha risposte. la poetessa palestinese Somaya el Sousi, che vive a Gaza, l'ha detto in modo bellissimo durante la sua visita a Stoccolma 4 anni fa: “il poeta cerca una risposta nella testa del lettore – con la musica come guida”.
Il linguaggio oggi si è impoverito: la poesia può ridare valore alla parola?
Ci sono così tanti campi – ideologico, commerciale, religioso ecc. - in cui il linguaggio cerca di manipolarti: è quindi un grande sollievo entrare in una zona senza un'agenda prestabilita, o almeno senza un significato fisso, senza una modalità di espressione prestabilita. L'autonomia delle estetiche ha sempre sfidato il potere, dalla destra alla sinistra, quindi credo ci sia un grande potenziale nella stessa forma, nella modalità di espressione.
La poesia nel mondo dei giovani. Quale futuro?
Le espressioni sono destinate ad essere connesse ad impressioni, quindi è importante permettere ogni espressione, non cercare di definire rigidamente cosa costituisce un poema, la poesia; è importante lasciare una nuova generazione trovare la propria strada.
La poesia sui social network: qualità o spazzatura?
I'm not on social medias myself, so I don't really know, but I guess it has the same possibility as any form to bring quality. The social medias and the net has influenced our relation to text (whether we're on social networks or not), and it seems natural that it takes the role as a new tool - and a new space - a supplement to what is already there.
Personalmente non sono sui social media, quindi non so davvero per certo, ma immagino che abbiano la stessa possibilità di qualsiasi altra forma di essere vettori di qualità. I social media e la rete hanno influenzato la nostra relazione con il testo (non importa se utilizziamo o no), e sembra naturale che assumano anche il ruolo di un nuovo strumento – e un nuovo spazio – un supplemento a quello che già c'è.
La Sua poesia ha spesso qualità più tipiche dell'arte rappresentativa. Come vede questo aspetto della Sua produzione? Si considera più un poeta o un artista a tutto tondo?
Mi considero primariamente un poeta, o una scrittrice, quanto meno il mio punto di partenza si trova nella letteratura. Sono stata studente ospite in diverse scuole d'arte, e nel mio lavoro ho esplorato i confini sia verso le arti visuali che la musica, ma sono le parole – il suono e l'aspetto del linguaggio – e anche il livello semantico e simbolico delle parole – che sono al centro del mio cuore e della mia mente quando creo.