Carlos Velasquez Torres - Colombia
La poesia di Carlos Velasquez Torres mette a nudo problemi della nostra contemporaneità: la difficoltà di integrazione e la sensazione di sradicamento vissute dai migranti, in particolare di coloro che dai Paesi dell’America Latina migrano negli Stati Uniti, la situazione drammatica vissuta dai campesinos in Colombia, come recitano alcuni intensi versi della poesia AUC, gli sconvolgimenti provocati dalle epidemie, dalla guerra. La consapevolezza che la morte non è esorcizzabile, come pare che sia nel nostro tempo, è uno dei temi che percorrono le poesie di Carlos Velasquez Torres. Il poeta sembra essere un guerriero che lotta, ma alla fine depone le armi perché sente di essersi smarrito e il destino della sconfitta sembra essere inesorabile. L’onestà intellettuale del poeta consiste nell’essere consapevole che la poesia stessa è qualcosa di indefinibile e continuamente mutevole, come noi stessi cambiamo nel tempo. E questo concetto è espresso nei due versi finali della bellissima poesia “A volte sono stato un poeta” dove la locuzione temporale “A volte” mette in evidenza tutta la difficoltà del mestiere di scrivere. Ecco i due versi: “Com’ è difficile essere poeta/in questo corpo lontano da me stesso e dalla parola”.
È SCIOCCO RITORNARE
A Carlos E. Aguasco
Le ceneri della tua stirpe
sono state spazzate via da una tempesta
immensa come la morte
e il dolore ti accompagnerà
oltre la tua memoria
Cosa di te
è rimasto in attesa
Non ci sarà un giudizio eterno
che restituirà le fondamenta
che il tepore della tua saga
ha seminato un giorno
Ora è tutto finito
e se si ritorna
non sarà al cortile dei giochi
né alla casa
che aveva conservato gli aromi
della tua infanzia.
È sciocco ritornare
quando la via è stata cancellata
e la sera ha il comando
radicata all'orizzonte
e non sarà più
Lascia che il battito del cuore
cerchi l'eco
in lontananza
perché non c'è un posto che ti aspetta
e il ritmo del mondo
impazzisce
con il rumore delle assenze
che i morti
ululano nella notte
Non tornerai
neppure
ripeterai il viaggio
che ha dovuto cancellare le tracce
senza dire addio
Il bivio
si è piantato alle tue spalle
quando il sangue
ha aperto la ferita
del tuo cammino
È sciocco
fingere di tornare
quando il desiderio
ha combattuto con la nostalgia
Abbandona la via
e non fermarti
che noi molti stolti
dobbiamo ancora vederti
in lontananza
AUC
Il sangue sarà più fertile
dell'erba nel deserto
disseminato di rovine e tombe
I crocifissi
sono pascolo del bestiame
impazzito per il dolore
che è uscito come un urlo
da gole squarciate
dal lurido ferro degli sgherri.
Quale sarà la peste
che ci libererà
dalla tortura
della bestemmia
della menzogna che urla
che promette certezze
così assurde
come il clamore dei traditori
sulla tomba dei caduti
anche quando
la vergogna
fugge terrorizzata tra i campi
Mille sconvolgimenti
gioiscono
ma le uscite di emergenza
sono state chiuse
per prevenire una fuga precipitosa
Ci saranno altre oscenità
che assistere impavidi all’azione
del sanguinario pagliaccio
che ci ha terrorizzato durante l'infanzia?
L’aspetto grottesco della morte
si posa cinico
alla nostra destra
e la sua risata
gela il sangue del più temerario
O cuore
Come posso evitare
l'agonia di giacere in modo ridicolo
nella fiera assordante
della mia viltà
e le parole
come ruote impazzite
disturbare anche
l’insolenza
Devo abbandonare la mia voce
o ciò che resta della mia vita
e lasciare che si scomponga ancora di più
lo stupore
in frammenti...
L'orizzonte
lo sguardo
e io in mezzo all'inferno.
A VOLTE SONO STATO UN POETA
A volte sono stato un poeta
Tante altre, e forse anche di più,
solo un altro energumeno solitario e afflitto dall'emicrania
uno sguardo triste che si perde nel bel mezzo di un caffè
dove le ragazze ridono e trascorrono la domenica pomeriggio
Nei giorni poetici, la malinconia
incollata alle parole era un balsamo che
ispirò fantasia e versi;
la musica intrise il tempo
come una litania di sussurri che ritornano.
Gli altri giorni, i più
c’era solo rumore
dissonanze che si confondevano
tra la più acida invidia
e l'amarezza dell'infelicità.
Com’ è difficile essere poeta
in questo corpo lontano da me stesso e dalla parola.
Traduzioni dallo spagnolo di Laura Garavaglia